domenica 13 maggio 2012

Pulizia sociale e lotta di classe a Londra.
Di Simone Rossi 


When the shit hit the fan (lett. quando la merda colpisce il ventilatore), dicono gli inglesi per indicare che i nodi di un problema vengono al pettine. In meno di due anni in cui è stata al governo del Regno Unito sono molti i nodi venuti al pettine della coalizione Liberal-Conservatrice. Uno più imbarazzante dell'altro, ma tutti sintomo di che pasta sia fatta la classe dominante, ricca e corporativa, e del divario che la separa dalla massa di chi vive del proprio lavoro. A fine aprile fece notizia la decisione dell'amministrazione di Newham, municipio della zona orientale di Londra, di ricollocare alcune centinaia di famiglie in attesa di un alloggio popolare a Stoke-on-Trent, duecento chilometri più a nord. In seguito al clamore della notizia, il sindaco di Newham, il laburista Robin Wales, ha dichiarato di aver voluto innanzitutto lanciare una provocazione in modo da rendere evidente le difficoltà in cui versano i comuni e le contee in materia di edilizia residenziale a basso costo. Provocazione o meno, l’amministrazione locale ha preso contatto con alcuni enti locali ed alcune cooperative che forniscono alloggi a canone calmierato per valutare il trasferimento di 500 famiglie fuori da Newham; quella di Stoke è apparsa l'opzione più conveniente. Di certo non per coloro che saranno deportati, che oltre a subire lo sradicamento dal proprio contesto dovranno rinunciare ai propri impieghi in Londra. Non sarebbe neanche conveniente per la contea di Staffordshire, dove si trova Stoke-on-Trent, che vedrà un improvviso incremento della popolazione, nella fascia più bassa, con tutte le conseguenze sul rapporto tra domanda ed offerta di impiego e sulla spesa sociale pubblica. Tuttavia il caso di Newham non è isolato; con meno clamore mediatico, soluzioni analoghe sembrano esser state valutate o già adottate da altre municipalità londinesi, prevalentemente guidate da maggioranze conservatrici, come ad esempio Westminster, luogo dove in passato ci sono stati "esperimenti" di alterazione della composizione sociale, a fini elettorali. La motivazione addotta dagli enti locali è solitamente quella dei tagli ai sussidi di sostegno all'affitto introdotti dall'attuale governo. Introdotti per supplire alla crescente carenza di alloggi popolari, conseguente all'alienazione di parte del patrimonio esistente non rinnovato con nuove edificazioni, i sussidi permettono di coprire parzialmente o totalmente il costo di un affitto. Tuttavia dall’inizio del 2012 sono stati introdotti tetti massimi che, di fatto, rendono impossibile l'accesso ad un alloggio nei grandi centri urbani, dove più facilmente trova impiego la manodopera a basso reddito. Ciò è accentuato in Londra, in cui la difficoltà ad ottenere mutui ha spinto i nuclei familiari verso la locazione e dove l'avvicinarsi delle prossime Olimpiadi ha dato impulso ad una crescita dei valori degli immobili, in particolare nei quartieri orientali, quelli più popolari. All'annuncio dell'imposizione del tetto ci furono alcune voci, tra cui il periodico italiano Aurora, che misero in guardia dal rischio di un'espansione dei poveri dal centro delle grandi città, Londra per prima, in una riedizione di quanto accadde con la svendita del patrimonio immobiliare pubblico da parte del governo conservatore di M. Thatcher. In meno di due anni la previsione si è avverata, con i primi vagiti di una pulizia sociale degli spazi urbani; a smentita di chi fa di tutto per convincerci che la lotta di classe sia un fatto superato. Nel gioco delle tre scimmiette che ha permesso l'implementazione di queste politiche senza grande opposizione hanno avuto un ruolo importante alcuni mezzi di informazione; in particolare i tabloid, come The Sun della famiglia Murdoch, che negli anni hanno pubblicato storie come quella di una famiglia di rifugiati che percepiva un sussidio di £36,000 annue per un appartamento in una zona centrale e prestigiosa di Londra. Storia che nello specifico si rivelò una bufala, ma che è entrata nella vox populi, ad animare quel vigliacco conflitto tra la piccola borghesia, che si sente defraudata, e gli ultimi nella società. Divide et impera. Funziona sempre.



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